Tradizione artigiana per la rigenerazione delle botti
Mestiere antico quello del bottaio, la tecnologia sembra averlo soltanto sfiorato, anche se naturalmente ha fornito strumenti per un risultato migliore rispetto a quelli della tradizione, ma sempre nel pieno rispetto dei suoi dettami.
L’esperienza di un artigiano fa effettivamente la differenza dal punto di vista della qualità. Il vino ha bisogno di un ambiente perfetto dove affinarsi e se si sceglie di utilizzare le botti in legno è indispensabile rispettare le regole.
La produzione e la lavorazione delle vecchie botti richiede esperienza e un mastro bottaio in grado di valutare con i suoi strumenti gli interventi da fare.
Da più di due secoli e mezzo al servizio del vino
Da 250 anni l’azienda Bottai Cione si dedica a questo lavoro, tramandando di padre in figlio tutti i segreti e fornendo la provincia di Avellino di prodotti nuovi e rigenerati perfetti.
È necessario rinnovare le botti con una certa frequenza, perché l’alta presenza di ossigeno nel vino, nuovo e invecchiato può comprometterne è la qualità.
Devono essere integre è in grado di garantire le caratteristiche del prodotto ma soprattutto di intervenire in maniera positiva sul timbro al palato del vino con il corretto scambio con l’esterno.
Il processo di rigenerazione di botti in legno in provincia di Avellino di Bottai Cione segue la tradizione, con l’asportazione della parte del legno che è rimasta in contatto con il vino e questo permette di ripristinare uno scambio ottimale di ossigeno con l’esterno. Questo è un fattore che nelle botti in acciaio deve essere fatto con mezzi artificiali.
Dalle botti grandi dimensioni alle barrique il lavoro deve essere fatto in maniera accurata e prevede l’apertura, il lavaggio e l’asciugatura completa delle doghe, la pulizia interna e l’asportazione della superficie del legno per liberare le parti che sono state chiuse dai residui incrostati del vino.
Tanti piccoli segreti per un mestiere antico
Nella fase di pulizia si impiega una fiamma viva per riattivare i processi e permettere la rimozione più facile dei depositi. Questo può modificare in maniera profonda il risultato della vinificazione e dell’affinazione perché introduce note particolari di legna bruciata, che possono essere regolate soltanto in base all’esperienza di un artigiano esperto.
Successivamente si effettua la piallatura e la rifinitura delle doghe per riportare la botte alla condizione ideale per i processi chimici al suo interno. Molte produzioni enologiche devono il loro bouquet particolare non soltanto al tipo di uva utilizzata, ma ogni singolo passo della lavorazione e dell’affinamento.
Questo vale in particolare per le botti di piccole dimensioni, dove il rapporto tra volume e area esposta è favorevole a uno scambio attivo di sostanze, in quella che si chiama comunemente barricatura, ma che vale anche per le botti grandi dimensioni.
Anche in quelle da ettolitro il vino rimane attivo e in contatto con superficie viva, che può renderlo semplicemente delizioso, ma se non viene opportunamente trattata rischia di rovinare completamente il sapore virando i tannini e introducendo gusti resinosi e fastidiosi.
Nessun mastro bottaio permetterebbe mai questo, perché il vino è un’arte e una tradizione e intorno ad essa si è sviluppato un settore florido, solido e ricco di passione locale.